Siracusa – Africa – Parigi

Un ponte d’acqua per la vita

François Koltès vive tra Parigi, Ortigia e l’Africa. Architetto e documentarista, Premio Grand Lions 2009 per la letteratura regionale con “Piccolo uomo stai piangendo”(Galaade 2008). Ha scritto anche “Nero Vespri “ e “Racconti Italiani” (2021) 

“In Africa, almeno nell’Africa che conosco, ci sono due cose essenziali per la vita, per la dignità, per l’uguaglianza e per il buon funzionamento della società: la salute e la scuola.

Quello che sappiamo è che la mortalità è enorme. Quello che solo a volte sappiamo è che poche persone riescono a raggiungere l’istruzione superiore e che molti non raggiungono nemmeno la scuola secondaria.

I bambini e le donne sono i più colpiti da malattie come la malaria o l’oncocercosi, perché sono i più esposti e i meno protetti. Il più delle volte sono le donne che vanno a prendere l’acqua dove si trova: nelle paludi, nei fiumi e, se sono fortunate, nei pozzi o nelle trivellazioni. Se non possono arrivarci, sono i bambini che portano i venti chili d’acqua sulla testa lungo sentieri che a volte superano i dieci chilometri. Ed è proprio nelle zone umide che molte delle numerose malattie endemiche colpiscono i bambini e le donne. I bambini spesso non hanno il tempo di frequentare la scuola perché devono andare a prendere l’acqua.

Con Action Directe Sahel, un’associazione finanziata esclusivamente da donazioni, costruisco pozzi per aiutare le donne dei villaggi, in modo che loro e i loro bambini possano avere accesso all’acqua, a un’acqua potabile ed a una distanza ragionevole dalle loro case.

L’impatto degli oltre 700 pozzi che ho costruito in 40 anni in Togo, Benin, Ghana, Niger e Camerun, anche se non ha cambiato la situazione generale del continente, almeno ha migliorato le condizioni di salute di donne e bambini ed ha incrementato la frequenza scolastica nei villaggi.”

(François Koltès)

Alla fine del 1988, poco prima di morire, lo scrittore Bernard-Marie Koltès* dichiarò nella sua ultima intervista radiofonica di voler finanziare un ospedale in Africa.

Dal 1990i diritti dellʼautore hanno permesso piccole conquiste come la distribuzione di antibiotici per i bambini, la costruzione e lʼattrezzatura di un dispensario o di un ponte di binari nella savana.

Nei territori subsahariani, l’acqua viene per lo più prelevata da donne e bambini, a volte molto lontano dal villaggio, in piccoli ruscelli, fiumi o marigotti.
Quest’acqua porta con sé ogni sorta di malattie, dallʼonchocerchiasi e il verme di Guinea allʼamebiasi, ecc. oltre a malattie come la malaria e la tripanosomiasi, causate da insetti che si trovano in prossimità delle acque superficiali.

È così che è stato scavato il primo pozzo in un villaggio vicino a Mango. Anno dopo anno, i volontari si sono uniti per raccogliere fondi e organizzare campagne di sensibilizzazione.
Infine, ben dopo il tetto della prima scuola nel 1990, è stata creata a Parigi lʼassociazione ACTION DIRECTE SAHEL.

La scelta del pozzo tradizionale è stata decisamente azzeccata ed è quello che l’associazione fa stabilmente da oltre vent’anni.
Le tecniche impiegate sono semplici e relativamente facili da attuare: si tratta di scavare un pozzo con metodi tradizionali e di rinforzarlo versando il cemento, con stampi, sul posto. Il pozzo tradizionale è stabile e resistente.

Quest’anno 2022 è stato lanciato un ponte tra Siracusa e Parigi per continuare questa azione:
l’associazione
ACTION DIRECTE SAHEL di diritto italiano è stata fondata a Siracusa.
D’ora in poi, è alla ricerca di fondi
per poter realizzare i propri pozzi in modo indipendente, ma con lo stesso approccio della prima associazione.

COLLEZIONE D’ARTE AFRICANA WELSCH – KOLTÈS

Nel 1942, il religioso ed ufficiale dell’esercito francese Paul Welsch, fu inviato come missionario a Lomé, capitale della colonia francese del Togo. Alla fine della seconda Guerra Mondiale, fu immediatamente nominato Governatore Militare. Visse tutte le successive vicende storiche del paese, che acquisì l’indipendenza nel 1960, ed assunse il ruolo di capo regionale della Società delle Missioni Africane (SMA) per il vastissimo territorio comprendente la Costa d’Avorio, Togo, Ghana, Nigeria, Burkina Faso (all’epoca Alto Volta), Bénin (Dahomey) e Niger.

Il ruolo di sovrintendente delle missioni non impedì a Welsch di passare gran parte del suo tempo a contatto con le comunità della savana africana, per condividerne e studiarne le tradizioni e la vita.  In questo periodo approfondì le lingue delle diverse comunità con cui intratteneva relazioni correnti e pubblicò dei testi di grammatica per fare conoscere e diffondere le culture locali. L’interesse per l’antropologia lo portò ad iniziare una raccolta di oggetti d’arte popolare antichi già al momento della loro acquisizione. Tale attività fu implementata e supportata dalla sorella Germaine Welsch e dal marito Edouard Koltès che raggiunsero in più occasioni il missionario a partire dai primi anni 50’ e fino al 1963.

La collezione contiene oltre 1.000 reperti.

Oggi, una parte della collezione è mesa in vendita a favore dell’associazione ACTION DIRECTE SAHEL per la realizzazione di pozzi d’acqua nei villaggi africani. L’idea di fondare un’associazione gemella a Siracusa è nata con l’apertura di una galleria espositiva in Ortigia.

VIA NIZZA 9 – SIRACUSA
T.+ 33 66 88919 46

info@actiondirectesahel.com